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Colmegna visto sotto un'altro aspetto


CAMPANE PER LA GUERRA


Anche Colmegna dovette pagare il proprio contributo per la guerra. Dopo la requisizione della statua in bronzo del monumento ai Caduti, fu la volta della campanella dell’Asilo che ogni mattina chiamava a raccolta i bambini prima dell’ingresso a scuola. Anche la campanella dell’Asilo di Maccagno Inferiore subì la stessa sorte. Si salvarono invece le campane della chiesa.

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Il nefasto decreto del governo Mussolini del 23 aprile 1942 comportò, infatti, la requisizione forzata delle campane su tutto il territorio italiano per convertirle in armi da offesa. In precedenza erano state raccolte le fedi nuziali d'oro, erano state rimosse le cancellate di ferro, ritirato tutto il materiale di rame dalle case e perfino il filo spinato delle recinzioni agricole. Sembrava che non ci fosse più nulla da recuperare per la costruzione del materiale bellico, necessario alla prosecuzione della guerra. Invece si pensò alle campane che dai campanili dei paesi e delle città, in pace e in guerra, con il loro rintocchi segnalano i momenti gioiosi e tristi della vita quotidiana della gente. Si trattava di materiale molto pregiato per la costruzione dei cannoni. In alcuni casi, coraggiosi volontari, prima della requisizione, riuscirono a rimuovere le campane dai campanili e a nasconderle nelle cantine di case private. La campanella dell’Asilo di Colmegna pesava 25,400 Kg. A saldo del bronzo ricavato dalla sua fusione, la ditta Fratelli Minotti & C. di Milano aveva disposto il pagamento della somma di £ 361. Quella dell’Asilo di Maccagno Inferiore pesava solo Kg 1,800 pagati £ 27 dalla stessa ditta acquirente. Riportiamo qui di seguito la lettera intercorsa tra il podestà di Maccagno dr. Vittorio Girardi e i presidenti degli asili di Colmegna e Maccagno Inferiore.


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